Ente banditore:
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
Team di progetto:
Architetto Nicola Isetta
Architetto Paola Rebellato
Dimensioni:
SUL centro culturale 1.700 m²
SUL interrato 1.000 m²
Calendario:
2020 luglio - concorso
L’originale destinazione funzionale dell’Ex Frigorifero e la caratterizzazione tipologica modulare è, per molti aspetti, assimilabile a quella di un edificio industriale di fine ’800 primi del '900, partendo da questo assunto la proposta si basa su un contrasto voluto tra memoria e contemporaneità. Lo straniamento dato dall’inserimento di un elemento estraneo sui paramenti murari esistenti è alla base del concetto figurativo del progetto che si presenta come un palinsesto di passato e presente. L’interno dell’Ex Frigorifero viene svuotato in modo da creare uno spazio flessibile e meglio adattabile alle esigenze funzionali della committenza, viene introdotta una struttura “aliena” su quella esistente creando una tensione tra vecchio e nuovo, trasparenza ed opacità, vuoto e pieno, elemento memoriale e iconicità.
Gli interventi sulla struttura originale sono volti a mantenere l’atmosfera degli edifici industriali dell’inizio del secolo scorso ma in una dimensione metafisica, priva di ogni vernacolare romanticismo, in modo da non sovrapporsi in maniera ridondante ma di rispettare il cotesto ambientale di Piazza Vincenzo Virginio caratterizzato dal Complesso Monumentale di San Francesco che ospita il museo civico. Le murature sono pulite e rintonacate creando un’immagine compatta ed omogenea, il cortile interno è riordinato e pavimentato per ricavarne un grande spazio che funga da foyer per l’auditorium ed il museo, da cortile per la caffetteria e da spazio espositivo esso stesso. Gli archi tamponati sul fronte interno al cortile sono aperti per creare un ambiente più permeabile e flessibile al piano terra e riordinarne il prospetto. La nuova struttura indipendente consiste in setti di cemento armato ed è esposta come elemento di composizione degli spazi interni, i paramenti murari originali sono liberati da ogni funzione strutturale. L’ampliamento contente gli spazi espositivi si configura in un diafano volume che, come un “iceberg”, emerge al di sopra della struttura esistente: memoria dell’antica funzione con il suo richiamo all’immagine del ghiaccio. I materiali proposti ricercano un’estetica semplice e disadorna di archeologia industriale: i serramenti in ferro zincato, il rivestimento translucido in u-glass per l’ampliamento, l’intonaco grezzo per l’esistente, la nuova struttura in cemento facciavista, i pavimenti interni in cemento lisciato e i pavimenti esterni in cubetti di porfido. Negli spazi espostivi gli stereotipi museali del “white box” neutro sono elusi preferendo una fertile contaminazione tra le parti che favorisca processi artistici “site specific”, in quest’ottica l’ampio cortile e la terrazza al piano secondo si prestano ad installazioni “en plein air” e di grandi dimensioni.