Team di progetto:
Architetto Nicola Isetta
Architetto Paola Rebellato
Dimensioni:
superficie lorda centro sportivo e natatorio 5.000 m²
superficie lorda unità commerciali 3000 m²
piazze e marciapiedi 9.000 m²
parcheggio pubblico 8.500 m²
campo sportivo e verde 25.700 m²
Calendario:
2016 concorso (3° classificato)
L'area oggetto del concorso bandito dal Comune di Castelfranco Veneto è in una posizione strategica per la città grazie alla sua vicinanza al centro storico e la diretta connessione con la viabilità stradale principale. Tuttavia, la sua condizione attuale non sfrutta questo potenziale. Le recinzioni che delimitano il centro natatorio, il parco, l'oratorio e il campo sportivo rendono l'area frammentata, poco integrata e poco fruibile. Partendo da queste potenzialità e da queste problematiche il progetto prevede un intervento profondo di rivalorizzazione e completo ridisegno dell'area. Il layout di progetto divide l'area in tre fasce. La prima a nord: mediante la demolizione dei campi da tennis e dell'obsoleto centro natatorio si lascia spazio a un nuovo campo sportivo che, in continuità col parco esistente, crea una fascia verde lungo via Redipuglia.
Il palazzetto progettato nel 1966 dall'Architetto Angelo Tramontini e il nuovo centro sportivo integrato definiscono con il costruito la fascia centrale. Il parcheggio davanti al palazzetto è trasformato in una piazza pedonale con fontana, in prosecuzione di Piazza Giorgione. La fascia a sud è divisa in due. Nell'angolo est è collocato un nuovo parcheggio da 240 posti auto, a ovest, lungo il torrente Muson, è prevista una piastra multifunzionale pavimentata con cavea, da utilizzare per gli eventi all'aperto. La cavea è integrata in un declivio inerbito che separa la piastra multifunzionale dal parcheggio e crea un angolo di tranquillità che si affaccia sul torrente. Lungo il Muson è previsto anche il completamento della pista ciclabile che inserisce l'area nel sentiero naturalistico degli Ezzelini. La concezione del nuovo centro sportivo integrato è partita da una suggestione architettonica. Il problema del centro natatorio esistente è lo spazio esterno: la necessaria recinzione intorno ad esso crea uno spazio alienato, che frammenta l'area, rendendolo un’enclave, un non-luogo. Perché non far diventare questa recinzione qualcos'altro? Non un semplice muro cieco che separa, ma qualcosa che unisca e dialoghi con il contesto. Da qui l'idea di portare il centro natatorio con i suoi spazi di pertinenza e le vasche esterne al piano primo su un giardino pensile, mentre il piano terra al disotto ospita altre funzioni, in modo da far diventare quello che doveva essere una recinzione un fronte architettonico. Al piano terra abbiamo quindi un centro sportivo e fitness insieme ad unità commerciali da destinare a negozi, ristoranti o altre attività. Mischiare diverse funzioni permette un utilizzo più diluito nel tempo dell'impianto, in modo da non avere mai tempi di abbandono e mantenere l'area viva a tutte le ore del giorno, tutta la settimana.